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Orientarsi tra prompt e GPTs

Cari Lettori,

Per chi ha ChatGPT 4.0 c’è una voce di menu in più nella colonna di sinistra: si tratta di “Explore GPTs”. Questa aggiunta, per quanto limitata a una voce nel menu, vi aprirà un mondo di nuove possibilità. Ho iniziato ad esplorarle da un po’ di tempo e mi permetto di farvi qui una sintesi rapida, che spero vi possa invogliare a fare esperimenti e, magari, a venire a raccontarmeli.

Intanto, cominciamo a fare il punto di ciò che avevamo fatto fin qui nei vari post della categoria “esperimenti”.

Sino ad ora, quanto abbiamo sperimentato comportava una sorta di dialogo da parte nostra con l’intelligenza generativa. Noi formulavamo richieste, ottenevamo risposte, le valutavamo e decidevamo se potevano andarci bene o no. Se non ci andavano bene, con una richiesta ulteriore e più precisa tentavamo di aggiustare il tiro.

La richiesta tecnicamente si chiama prompt. L’interazione tramite prompt è quella più comune e possiamo senza timore dire che ci è molto utile, dentro e fuori da scuola, non solo per il supporto che ci possono dare le risposte, ma anche perché in qualche misura ci costringe ad affinare le nostre capacità di porre correttamente i quesiti, di fare scelte lessicali precise e non equivocabili, di comprende le sfumature del linguaggio e pesare la qualità dei contenuti. Il rapporto tra l’input che diamo e l’output che riceviamo è una sfida che ci può arricchire e può sicuramente migliorare le nostre capacità espressive e critiche. Inoltre, il lavoro organizzato per domanda e risposta è il più veloce e il più pratico nella maggior parte delle esigenze comuni.

Ci sono, tuttavia, casi in cui la nostra cooperazione con l’intelligenza artificiale necessita di punti fermi, di approfondimenti specifici o di una serie di istruzioni ben precisa. Proprio in questi casi ci serve un Generative Pre-trained Transformer (GPT, appunto) personalizzato.

GPT è una famiglia di modelli di intelligenza artificiale sviluppati da OpenAI che sono capaci di generare testo che somiglia a quello scritto dagli esseri umani. Questi modelli sono stati addestrati su vasti dataset di testi esistenti per apprendere le strutture della lingua, stili di scrittura, informazioni su svariati argomenti, e molto altro. Una volta addestrato, un modello GPT può essere utilizzato per creare testi in risposta a prompt specifici, imitando lo stile e il contenuto dei testi su cui è stato addestrato.

Nell’area “Explore GPTs” ci vengono presentati dei GPT pubblici addestrati per scopi specifici: scrittura, produttività, ricerca e analisi, programmazione, scuola e persino una categoria “Lifestyle” che in italiano sarei tentata di tradurre con “Passatempi”, dal momento che include oroscopi, consigli di viaggio, giochi. Appartiene a questa categorie anche DALL-E, la nota intelligenza generativa che produce immagini (anche quelle che trovate in questo sito, ovviamente!).

La cosa veramente affascinante, tuttavia, è che oltre alla scoperta dei GPTs pubblici ci viene offerta la possibilità di creare i nostri GPTs personalizzati.

Il pulsante “Create” in alto a destra ci apre un nuovo mondo, in cui sperimentare un’interazione più costruita e meno condizionata dalla casualità.

Sulla destra ci troviamo un GPT builder che interagisca con noi ancora attraverso prompt, ma attenzione: questa volta no stiamo facendo una domanda, stiamo in un certo senso coprogettando il nostro assistente personalizzato.

Hi! I’ll help you build a new GPT. You can say something like, “make a creative who helps generate visuals for new products” or “make a software engineer who helps format my code.”

What would you like to make?

GPT Builder

Questo se entriamo nella scheda di default “Create”. Se invece clicchiamo su “Configure” possiamo produrre manualmente compilando i vari campi di una maschera.

Il risultato del nostro addestramento è in preview a sinistra e possiamo testarlo in ogni momento con prompt specifici per verificarne il corretto funzionamento.

Oltre a dirgli cosa vogliamo che faccia possiamo e dobbiamo fornirgli materiali ben confezionati e chiari che facciano parte del suo bagaglio di istruzione. Ad esempio, io, come insegnante, gli posso fornire una serie di dispense con dei contenuti, la descrizione dei criteri con cui elaborare una verifica e in seguito insegnargli a creare verifiche relative alle dispense che gli ho allegato. Oppure posso rendere più approfondito l’esame dei testi che hanno prodotto i miei ragazzi, rendendo più efficace e meglio strutturata l’attività di valutazione che nei post precedenti avevo iniziato a sperimentare con dei semplici prompt.

SE l’argomento vi interessa, chiedete: potrei tornare sull’argomento dettagliando meglio come ho svolto queste operazioni e quali risultati ne ho ricavato.

Per ora comincio a mettervi questa piccola pulce nell’orecchio…

Cordialmente,

Federica

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cose belle

Conoscete già l’Open Learning Library del MIT?

Nel mondo dell’istruzione digitale, il Massachusetts Institute of Technology (MIT) rappresenta un irrinunciabile punto di riferimento per l’innovazione. Attraverso la sua Open Learning Library, il MIT mette a disposizione di studenti, professionisti e curiosi di tutto il mondo una risorsa preziosa e completamente gratuita. Questa iniziativa offre l’accesso a una vasta gamma di corsi che coprono svariati ambiti del sapere, dalla scienza alla tecnologia, dalle discipline umanistiche alla gestione aziendale. È un’opportunità unica per chiunque voglia ampliare le proprie conoscenze o esplorare nuovi campi di studio, senza il vincolo di iscrizioni o costi.

La filosofia che guida la Open Learning Library del MIT si basa sull’idea che l’educazione di qualità dovrebbe essere accessibile a tutti, ovunque nel mondo. Con questa piattaforma, l’istituto si propone di abbattere le barriere che impediscono l’accesso all’apprendimento, promuovendo un’istruzione inclusiva e aperta. Gli utenti possono beneficiare di materiali didattici di alta qualità, elaborati dai docenti del MIT, e di strumenti interattivi che favoriscono un apprendimento autonomo e profondo. Per chi è alla ricerca di opportunità di apprendimento flessibili e accessibili, la Open Learning Library rappresenta una risorsa inestimabile. Visitate la pagina su MIT Open Learning Library per scoprire di più su questa iniziativa rivoluzionaria.

Attualmente mi sono iscritta a un corso sul Design Thinking, che promette spunti interessanti sia per le attività con gli studenti, sia per l’organizzazione più generale delle progettualità scolastiche. L’esordio è molto promettente e chissà se riuscirò ad arrivare alla fine… Come si suol dire: se son rose, fioriranno!

Federica

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risorse

Risorse digitali per percorsi sulla legalità

Carissimi,

Oggi ho il piacere di condividere in questo spazio due piccole risorse che ho creato per i miei studenti e per i colleghi che se ne vogliono servire con i loro, nell’ambito dell’attività per il CPL Pavia, cioè il Centro per la Promozione della Legalità, rete di scuole formatasi su un progetto di Regione Lombardia e USR Lombardia a partire dal lontano 2015.

Si tratta di due Escape room, create con Genial.ly , che molti di voi sicuramente conosceranno come strumento versatile e veloce per vivacizzare la didattica con risorse multimediali e interattive.

I due strumenti che offro sono molto flessibili e di proposito non sono studiati per essere esaustivi, ma piuttosto per costituire uno spunto che l’insegnante può gestire in modi diversi.

  1. Modalità guidata, più adatta studenti giovanissimi o in contesti con scarso uso della tecnologia. In questo caso il docente gestisce in modo centralizzato l’escape room proiettandola su lim o digital board e facendo partecipare tutta la classe contemporaneamente, per attivare discussione, annotazioni e ricerca sotto il suo diretto controllo.
  2. Modalità flipped, come strumento preparatorio domestico per una successiva discussione in classe su questi argomenti. Raccomando questo utilizzo solo con classi che abbiano già sperimentato con successo la modalità flipped, perchè studenti non abituati a questa modalità potrebbero essere disorientati dalla varietà di argomenti proposta.
  3. Modalità individuale o a piccoli gruppi in classe, con doppia esecuzione:
    • la presentazione contenente l’escape room andrebbe utilizzata su un dispositivo digitale (personalmente l’ho provata sia con BYOD sia in laboratorio, senza differenze sostanziali), lasciando aperta la possibilità di approfondire attraverso ulteriori ricerche in rete
    • lo studente o il gruppo dovrebbe avere a disposizione un altro supporto, cartaceo o digitale, su cui sviluppare testualmente il contenuto richiesto.

Se l’attività sarà gradita, come spero, aggiungerò presto delle proposte di griglie di valutazione.

Questa escape room riguarda personaggi che si sono distinti nella lotta alla mafia e si conclude con un importante messaggio e un approfondimento sul presidente Mattarella.
Questa escape room serve ad introdurre con gli studenti il tema della Trasparenza nella Pubblica Amministrazione.

Nella speranza di aver realizzato un prodotto utile e interessante, vi auguro buon lavoro. Fatemi sapere qui sotto com’è andata!

Federica

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esperimenti

Scuola Magica? (conclusione)

Cari Lettori,

Nel post precedente ci siamo fermati alla fase di “aggiustamento” rispetto a contenuti che presentavano inesattezze.

Nelle intenzioni dei suoi autori, questa applicazione dovrebbe supportare gli insegnanti nella progettazione didattica e in altre attività nelle quali avere una bozza da cui partire fa risparmiare tempo.

Tra le attività per comprendere il concetto di sicurezza informatica, potrebbe essere particolarmente accattivante un compito di realtà in cui far valutare ai ragazzi la sicurezza dei loro dispositivi. Chiediamo dunque suggerimenti su come organizzare questa attività:

Un modo efficace per far valutare ai tuoi ragazzi la sicurezza dei loro dispositivi potrebbe essere attraverso un’attività pratica in cui analizzano e valutano la sicurezza dei propri dispositivi, come ad esempio i loro smartphone o computer portatili. Ecco un esempio di come potresti strutturare l’attività:

Checklist di Sicurezza: Fornisci loro una checklist con punti chiave relativi alla sicurezza informatica, come l’aggiornamento del sistema operativo, l’installazione di software antivirus, l’uso di password complesse, la gestione delle impostazioni di privacy e la verifica delle autorizzazioni delle app.

Analisi Individuale: Chiedi loro di esaminare i propri dispositivi in base alla checklist e di valutare in che misura soddisfano i criteri di sicurezza. Potrebbero prendere appunti su ciò che è già stato fatto correttamente e su eventuali aree in cui potrebbero migliorare la sicurezza.

Discussione di Gruppo: Dopo l’analisi individuale, organizza una discussione di gruppo in cui gli studenti condividono le loro osservazioni e le sfide incontrate nel garantire la sicurezza dei propri dispositivi. Questo incoraggerà lo scambio di idee e suggerimenti tra i partecipanti.

Piani di Miglioramento: Chiedi loro di elaborare un piano di miglioramento della sicurezza per i propri dispositivi, identificando azioni specifiche che intendono intraprendere per aumentare la sicurezza.

Presentazione dei Piani: Infine, offri loro l’opportunità di presentare i loro piani di miglioramento alla classe, incoraggiando la condivisione di strategie efficaci e incoraggiando la collaborazione.

Questa attività non solo permette agli studenti di valutare attivamente la sicurezza dei propri dispositivi, ma promuove anche la consapevolezza della sicurezza informatica e li coinvolge attivamente nel miglioramento delle proprie pratiche di sicurezza.

Magic School

Mi pare che i consigli siano buoni, ma naturalmente siamo a un primo livello di progettazione didattica. Il compito dell’insegnante, quello di calare l’idea nella propria realtà, tenendo conto di opportunità e vincoli offerti dalla scuola in cui lavora, è palesemente insostituibile.

Ad esempio, supponiamo che nella nostra realtà ci sia la possibilità di far sperimentare l’utilizzo software per la sicurezza informatica in laboratorio: dovremmo sicuramente discuterne con il tecnico e presentargli una lista di ciò che ci potrebbe interessare per questo tipo di lezione. Facciamo ci aiutare nello stilare una lista degli strumenti utili:

Per valutare la sicurezza dei dispositivi, puoi considerare l’utilizzo di diversi strumenti e risorse. Ecco alcuni esempi di strumenti che potresti utilizzare:

Software Antivirus e Antimalware: Puoi consigliare agli studenti di eseguire scansioni con software antivirus e antimalware per individuare e rimuovere eventuali minacce presenti nei loro dispositivi.

Strumenti di Analisi della Rete: Gli studenti potrebbero utilizzare strumenti di analisi della rete per verificare la sicurezza delle reti Wi-Fi a cui sono collegati e identificare potenziali rischi per la sicurezza.

Strumenti di Gestione delle Password: Sottolinea l’importanza di utilizzare strumenti di gestione delle password per valutare la solidità delle password utilizzate e identificare eventuali password deboli o compromesse.

Strumenti di Controllo delle Autorizzazioni delle App: Gli studenti potrebbero esaminare le autorizzazioni delle app installate sui loro dispositivi per valutare se le app hanno accesso a informazioni sensibili o a funzionalità non necessarie.

Strumenti di Crittografia: Se appropriato per l’età degli studenti, potresti introdurre concetti di crittografia e strumenti di crittografia per valutare e migliorare la protezione dei dati sensibili sui loro dispositivi.

Questi strumenti possono essere utili per consentire agli studenti di valutare attivamente la sicurezza dei propri dispositivi e acquisire competenze pratiche nel migliorare la propria sicurezza informatica.

Magic School

Questa prima risposta è ancora un po’ generica. Del resto è abbastanza logico che un chatbot di suggerimenti di questo tipo mantenga la sua temperatura tale da non avere risposte troppo imprevedibili.

Facciamo una domanda più mirata per ottenere risultati che siano tecnicamente più interessanti: ad esempio, chiediamo “Esistono strumenti specifici per valutare la sicurezza dei dispositivi?”

Sì, esistono diversi strumenti specifici progettati per valutare la sicurezza dei dispositivi. Ecco alcuni esempi di strumenti popolari utilizzati per valutare la sicurezza dei dispositivi:

Nmap (Network Mapper): Nmap è uno strumento di scansione di rete ampiamente utilizzato che consente di individuare dispositivi collegati alla rete, verificare le porte aperte e identificare eventuali vulnerabilità di sicurezza.

Qualys FreeScan: Questo strumento online offre una scansione gratuita della sicurezza del dispositivo, identificando le vulnerabilità note e offrendo consigli su come risolverle.

OpenVAS (Open Vulnerability Assessment System): OpenVAS è uno scanner di vulnerabilità open source che consente di identificare e gestire le vulnerabilità dei dispositivi.

Wireshark: Wireshark è uno strumento di analisi del traffico di rete che consente agli utenti di individuare e analizzare il traffico della rete per identificare potenziali minacce o comportamenti sospetti.

LastPass Security Challenge: LastPass offre uno strumento di valutazione della sicurezza delle password, chiamato Security Challenge, che valuta la solidità delle password e offre consigli per migliorarle.

È importante notare che alcuni di questi strumenti potrebbero richiedere una certa conoscenza tecnica per essere utilizzati in modo efficace. Prima di utilizzare qualsiasi strumento di valutazione della sicurezza, è consigliabile comprendere appieno come funzionano e assicurarsi che siano adatti all’età e al livello di competenza dei tuoi studenti.

Ed ecco quindi che abbiamo ottenuto una lista da valutare con il nostro tecnico… Richiede tempo, ma sicuramente ci siamo risparmiati qualche pomeriggio di autoformazione in merito per selezionare dei software specifici.

Da insegnante che deve pianificare un’attività, però, vogliamo porci anche il problema della valutazione di quanto stiamo facendo, quindi chiediamo: “Se facessi svolgere un’attività di controllo della sicurezza dei dispositivi quali criteri di valutazione potrei usare per dare un voto ai miei studenti?”

Per valutare l’attività di controllo della sicurezza dei dispositivi, potresti utilizzare i seguenti criteri di valutazione per assegnare un voto ai tuoi studenti:

Completezza della Valutazione: Valuta se gli studenti hanno esaminato tutti gli aspetti pertinenti della sicurezza dei loro dispositivi, come ad esempio la gestione delle password, l’aggiornamento del software, le autorizzazioni delle app e le impostazioni di privacy.

Identificazione delle Vulnerabilità: Valuta se gli studenti sono stati in grado di individuare e documentare eventuali vulnerabilità o rischi per la sicurezza sui loro dispositivi, come ad esempio password deboli, autorizzazioni eccessive delle app o mancato aggiornamento del software.

Pianificazione di Miglioramento: Valuta se gli studenti hanno elaborato un piano di miglioramento dettagliato per affrontare le vulnerabilità individuate e migliorare la sicurezza dei loro dispositivi.

Presentazione e Chiarezza: Valuta la chiarezza e la completezza della presentazione dei risultati della valutazione, inclusi l’organizzazione delle informazioni, l’uso di esempi specifici e la comprensione generale dei concetti di sicurezza informatica.

Adesione alle Best Practices: Valuta se gli studenti hanno seguito le best practices consigliate per migliorare la sicurezza dei loro dispositivi, come ad esempio l’implementazione di password complesse, l’attivazione dell’autenticazione a due fattori e l’installazione di software antivirus.

Utilizzando questi criteri, potrai valutare in modo efficace l’impegno degli studenti nel valutare e migliorare la sicurezza dei loro dispositivi, incoraggiando al contempo la consapevolezza e le buone pratiche in materia di sicurezza informatica.

Magic School

Criteri di valutazione interessanti, alcuni specifici che ci richiedono un po’ di studio per essere adeguatamente declinati in una rubrica valutativa, altri più trasversali, per i quali sicuramente abbiamo già a disposizione i nostri modelli.

Questo chatbot è in realtà solo uno degli strumenti offerti dalla piattaforma Magic School , che offre una pagina ricca di tools, tutti da provare (e qui non basterebbero 100 blog per renderne conto).

Ne voglio segnalare in particolare uno, che sicuramente risponde alle richieste che mi hanno fatto molti colleghi in questi ultimi mesi. Si tratta di un generatore di compiti “AI resistant”, che viene così descritto sul sito:

Inserite la descrizione del vostro compito per ricevere suggerimenti su come renderlo più impegnativo per i chatbot AI, promuovendo il pensiero di livello superiore tra gli studenti.

Magic School

Questa volta ho iniziato l’interrogazione in inglese. Ho cercato di simulare uno di quei compiti che ci capita di assegnare come “personali” ma che nelle lamentele di molti colleghi si trasformano in esercizi di copiatura. Ecco il risultato:

Update to Make this Assignment AI-Resistant:

Assignment: Write a 5-paragraph personal essay on an opportunity you would like to have to combat gender-gap and gender discrimination.

Update: Transform the traditional essay into a dialogue-based script between two individuals from different generations discussing their perspectives on gender-gap and discrimination, incorporating real-life anecdotes and experiences to support their arguments.

Explanation: By structuring the assignment as a dialogue, students are challenged to embody different viewpoints, engage in critical thinking, and infuse personal narratives, creating a nuanced and human-centered approach that is harder for AI to imitate effectively.

I suggerimenti forniti non sono in genere relativi alla sola riformulazione delle consegne, ma sono proprio proposte di modifica dell’attività e della tipologia di compito, come vedete nel caso sopra riportato. Questo ci porta a riflettere sulla natura e la tipologia dei compiti assegnati e sull’importanza che avrà sempre di più un’adeguata formazione degli insegnanti sulle metodologie, che ci ostiniamo a chiamare innovative anche anche quando hanno le loro radici in un pensiero pedagogico del secolo scorso.

Ma credo che di formazione degli insegnati avremo occasione di parlare molto prossimamente. Per ora, come dicono gli studenti alla fine delle loro presentazioni, “grazie per l’attenzione”!

Federica

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esperimenti

Scuola magica?

Cari lettori,

No, non ho intenzione di dedicare un post a Hogwarts… Mi hanno invece segnalato un’applicazione interessante, che si chiama appunto “Magic School”.

In realtà è anche azienda, community, spazio social, blog… Insomma un insieme ben costruito il cui fondatore Adeel Khan è stato insegnante e dirigente scolastico in una scuola pubblica di Denver, in Colorado.

La mission alla base di questo progetto si può sintetizzare così:

Gli insegnanti sono oberati di lavoro ed esauriti.

Più di quattro insegnanti K-12 su dieci negli Stati Uniti (44%) affermano di sentirsi “sempre” o “molto spesso” esauriti sul lavoro, superando tutti gli altri settori a livello nazionale. (Gallup)

Al centro dell’insegnamento c’è l’interazione con un bambino per aiutarlo a crescere: una responsabilità profondamente umana, impegnativa e complessa. Ma oggi, l’insegnamento richiede una quantità irragionevole di lavoro dietro le quinte, in gran parte ripetitivo e noioso.

Siamo un team di insegnanti e presidi per tutta la vita. Non solo abbiamo insegnato in classe, ma abbiamo anche trascorso innumerevoli ore a fare lavoro dietro le quinte per i nostri studenti, come adattare i testi a diversi livelli, scrivere esempi e inviare e-mail alle famiglie. Sappiamo in prima persona quanto lavoro facciano gli insegnanti al di fuori dell’aula nel tentativo di far contare il nostro tempo davanti agli studenti.

Ecco perché abbiamo creato MagicSchool.ai. Siamo qui per aiutarti ad alleggerire il carico, in modo che gli insegnanti possano risparmiare le loro energie per dove brillano meglio: in classe, di fronte agli studenti.

Mission (magicschool.ai)

Il testo della pagina prosegue enfatizzando l’insostituibilità degli insegnanti e ponendo le relazioni al centro dell’apprendimento. Gli strumenti sviluppati da MagicSchool AI si afferma che sono progettati per semplificare il lavoro degli insegnanti, risparmiando fino a 10 ore a settimana, che possono essere impiegate in attività più significative come interazioni personali con studenti e famiglie.

Questi strumenti vengono presentati come intuitivi e si sostiene che richiedono poco tempo per essere appresi e personalizzati, rendendoli accessibili e immediatamente utilizzabili dagli insegnanti. L’accento è posto sull’adattabilità per rispondere alle esigenze specifiche di ogni insegnante e classe, riconoscendo che ogni contesto educativo è unico.

Date queste premesse, non si poteva non provare! Ho iniziato con una delle molte personalizzazioni chatbot disponibili: Raina – MagicSchool.ai

Il chatbot si presenta così:

Ciao! Mi chiamo Raina, il tuo istruttore di intelligenza artificiale. Puoi porre qualsiasi domanda relativa alle migliori pratiche nell’insegnamento o al tuo lavoro in un edificio scolastico. Sentiti libero di chiedermi idee per la tua classe, ricerche sulle migliori pratiche in pedagogia, strategie di gestione del comportamento o qualsiasi consiglio generale! Più specifiche sono le tue domande, migliori saranno le mie risposte. Come posso aiutarti oggi?

Magic School – Raina

Ho pensato di fare una verifica partendo da suggerimenti generici per arrivare in qualche passaggio a richieste molto specifiche. Ho scelto di testarlo, dato che era presente tra le lingue disponibili, direttamente in italiano.

Fase 1: Ciao! Per cortesia suggeriscimi delle attività con cui fare capire ai miei studenti (che hanno tra i 14 e i 16 anni) l’importanza della sicurezza informatica

Ciao! Ecco alcune attività che potresti considerare per far comprendere ai tuoi studenti l’importanza della sicurezza informatica:

Laboratori Interattivi: Organizza dei laboratori in cui gli studenti possono apprendere i concetti di base della sicurezza informatica, le minacce informatiche comuni e come proteggersi online. Puoi includere attività interattive ed esempi reali per rendere l’esperienza coinvolgente.

Sfide di Sicurezza Informatica: Crea sfide o competizioni di sicurezza informatica in cui gli studenti possono applicare le proprie conoscenze per risolvere problemi pratici legati alla sicurezza informatica. Ciò può includere l’identificazione di email di phishing, la protezione dei propri dispositivi o la creazione di password sicure.

Relatori Ospiti: Invita professionisti o esperti di sicurezza informatica a parlare agli studenti sull’importanza della sicurezza informatica nel mondo digitale odierno. Possono condividere esperienze reali e opportunità di carriera nel campo della sicurezza informatica.

Simulazioni di Scenari: Sviluppa simulazioni di scenari in cui gli studenti interpretano diverse situazioni legate alla sicurezza informatica, come l’apertura di un link sospetto o la gestione di una potenziale violazione della sicurezza. Ciò può aiutarli a comprendere le potenziali conseguenze delle proprie azioni online.

Progetti di Ricerca: Assegna progetti di ricerca su recenti attacchi informatici, violazioni dei dati o tendenze in materia di sicurezza informatica. Ciò può incoraggiare gli studenti a approfondire l’argomento e acquisire una comprensione più ampia dell’importanza della sicurezza informatica.

Queste attività possono coinvolgere efficacemente gli studenti e aiutarli a comprendere il ruolo cruciale della sicurezza informatica nella loro vita quotidiana.

Magic School

Fase 2: Fammi una scaletta di come potrei articolare un laboratorio interattivo di tre ore facendomi degli esempi di esercizi interattivi da utilizzare

Ecco una scaletta per un laboratorio interattivo sulla sicurezza informatica della durata di tre ore, con esempi di esercizi interattivi:

Ora 1: Introduzione alla Sicurezza Informatica

15 min: Benvenuto e introduzione all’importanza della sicurezza informatica.
30 min: Presentazione interattiva sui concetti di base della sicurezza informatica, inclusi minacce comuni e best practices per proteggersi online.
Esempio di esercizio: Quiz a risposta multipla su concetti di base di sicurezza informatica, seguito da discussione in classe.
Ora 2: Simulazioni e Sfide di Sicurezza Informatica

20 min: Simulazione di scenario: Gli studenti partecipano a un’esercitazione in cui devono individuare email di phishing tra esempi reali.
40 min: Sfida di sicurezza informatica: Gli studenti lavorano in gruppi per risolvere una serie di sfide pratiche, come identificare link sospetti o creare password sicure.
Esempio di esercizio: Creazione di una password sicura utilizzando linee guida predefinite, seguita da una presentazione dei risultati e delle strategie utilizzate.
Ora 3: Applicazione Pratica e Conclusioni

30 min: Attività pratica: Gli studenti applicano le conoscenze acquisite su situazioni reali, come la verifica della sicurezza delle proprie email o la valutazione della sicurezza dei propri dispositivi.
25 min: Discussione e riflessione: Gli studenti condividono le loro esperienze e riflettono sull’importanza della sicurezza informatica nella vita quotidiana.
10 min: Conclusioni e prossimi passi: Riassumere i concetti chiave e fornire risorse aggiuntive per continuare l’apprendimento sulla sicurezza informatica.
Questo laboratorio interattivo fornirà agli studenti un’esperienza coinvolgente e pratica per comprendere l’importanza della sicurezza informatica e acquisire competenze utili per proteggersi online.

Magic School

Fase 3: Forniscimi una bozza del Quiz a risposta multipla su concetti di base di sicurezza informatica

Ecco una bozza di un quiz a risposta multipla sui concetti di base della sicurezza informatica:

Quale di queste azioni è un esempio di buona pratica per proteggersi dalle minacce informatiche?
a) Utilizzare la stessa password per tutti i siti web
b) Fare clic su link sospetti in email non richieste
c) Mantenere il software antivirus e antimalware aggiornato
d) Condividere la propria password con gli amici

Cosa significa “Phishing” nel contesto della sicurezza informatica?
a) Un tipo di malware dannoso
b) L’atto di rubare informazioni personali attraverso messaggi ingannevoli
c) Un protocollo di rete per la trasmissione sicura dei dati
d) Un metodo per proteggere i dati sensibili

Qual è l’importanza di utilizzare password complesse?
a) Non è importante, le password semplici sono sufficienti
b) Le password complesse sono più facili da ricordare
c) Le password complesse rendono più difficile per gli hacker indovinare l’accesso
d) Le password complesse rallentano l’accesso ai propri account

Quale azione dovresti evitare per proteggere la tua privacy online?
a) Utilizzare una connessione Wi-Fi pubblica non protetta
b) Condividere informazioni personali su social media senza restrizioni
c) Aprire allegati da mittenti sconosciuti
d) Mantenere il proprio software e sistema operativo aggiornato

Questo quiz può essere utilizzato come strumento per valutare la comprensione dei concetti di base della sicurezza informatica da parte degli studenti durante il laboratorio interattivo.

Magic school

Diciamo che fino alla fase 3 il risultato è interessante, anche se non emergono nei contenuti differenze tali da farlo preferire a una strumento più “generalista” come ChatGPT. Quello che fa la differenza è che le domande per approfondire o ampliare il discorso vengono suggerite dall’applicazione stessa. Quindi, effettivamente, l’app può essere utilizzata con una certa soddisfazione anche da insegnanti che non hanno alcuna esperienza precedente di interazione professionale con questi strumenti e che potrebbero sentirsi in difficoltà nel formulare richieste. Riporto uno screenshot da smartphone a titolo di esempio.

Nell’elaborazione del test, tuttavia, sono emerse criticità. La formulazione delle domande è piuttosto banale e le soluzioni proposte sono abbastanza ovvie. L’ultima domanda è posta in modo tale da generare possibili fraintendimenti per l’accostamento dei verbi evitare e proteggere: sappiamo che spesso gli studenti con DSA, ma in verità anche quelli più banalmente frettolosi o disattenti, confondono i significati dei quesiti che contengono termini di significato opposto e negazioni. Del resto, anche la nostra AI ha dimostrato al riguardo di avere qualche problema. Infatti…

Fase 4: Qual è la risposta giusta nell’ultima domanda e perché?

La risposta corretta all’ultima domanda è:
d) Mantenere il proprio software e sistema operativo aggiornato

Questa è la risposta corretta perché mantenere il software e il sistema operativo aggiornati è fondamentale per proteggere la propria privacy online. Gli aggiornamenti regolari includono patch di sicurezza che correggono vulnerabilità note nel software, riducendo così il rischio di essere vittima di attacchi informatici. Utilizzare una connessione Wi-Fi pubblica non protetta, condividere informazioni personali su social media senza restrizioni o aprire allegati da mittenti sconosciuti possono esporre gli utenti a rischi di sicurezza online.

Magic School

La magia si è dissolta in un attimo…

Fase 5: Ma la domanda era “Quale azione dovresti evitare per proteggere la tua privacy online?”. Sei sicura di avermi indicato la risposta giusta?

Chiedo scusa per l’errore precedente. La risposta corretta alla domanda “Quale azione dovresti evitare per proteggere la tua privacy online?” è:

b) Condividere informazioni personali su social media senza restrizioni

Questa è la risposta corretta poiché condividere informazioni personali su social media senza restrizioni può compromettere la tua privacy online. Mantenere il software e il sistema operativo aggiornati è importante per la sicurezza informatica, ma per proteggere la propria privacy online è fondamentale limitare la condivisione di informazioni personali su piattaforme di social media e utilizzare impostazioni di privacy adeguate. Grazie per avermelo fatto notare, e mi scuso per l’errore nella precedente risposta.

Magic School

Ma questo post sta diventando troppo lungo, quindi: il seguito alla prossima puntata…

Federica

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ChatGPT e la poesia all’Unitre

Cari lettori,

ho appena concluso un breve ciclo di appuntamenti all’Unitre Godiasco Salice Terme Rivanazzano Terme Retorbido e credo che tra i giochetti e le chiacchierate con cui ci siamo intrattenuti ce ne sia uno che merita una certa attenzione.

Dal momento che tutti i corsisti avevano fatto in precedenza esperienze di corsi di poesia, creatività, scrittura creativa o letteratura, abbiamo voluto mettere alla prova e valutare l’intelligenza generativa e la sua interazione con le nostre richieste.

Siamo partiti dalla versione 3.5, gratuita, a cui i miei sperimentatori hanno fatto accesso divisi in 4 gruppetti. La prima domanda, concordata insieme, era uguale per tutti: “Ciao! Posso chiederti di comporre una poesia sull’inverno?”

A 3 gruppi su 4 è arrivata come risposta una composizione poetica abbastanza lunga, più o meno di questo tipo:

Nell’aria fredda danza il gelo,

Sotto il cielo grigio, pallido velo.

La terra s’addormenta sotto la neve,

Un silenzio magico tutto l’ambiente avvolge.

Rami spogli, come dita nude,

Sospirano al vento, senza più luce.

Il respiro della natura si fa lento,

Nell’abbraccio gelido di questo momento.

I laghi si celano sotto uno strato di ghiaccio,

E il sole si nasconde dietro un sipario bianco.

Le case si riscaldano con calore domestico,

Mentre fuori il mondo dorme in un sonno antico.

Ma nell’inverno c’è anche la promessa,

Che la primavera presto verrà, senza fretta.

E così, nell’attesa di tempi migliori,

Ci avvolgiamo nei sogni e nei nostri cuori.

ChatGPT 3.5

Il quarto gruppo, per motivi forse legati a una connessione più lenta o forse assolutamente casuali, ha ricevuto invece un componimento molto breve. Nei tre gruppi che avevano ricevuto una risposta di lunghezza simile, abbiamo potuto riscontrare ciò che si nota anche nel brano riportato sopra:

  • un uso irregolare, ma costante di rime e assonanze
  • immagini molto convenzionali e poco originali
  • scelte lessicali senza dubbio da ritoccare perché disarmoniche, stonate, imprecise

A questo punto è arrivata la parte più divertente, vale a dire cercare di guidare l’intelligenza artificiale a migliorare quanto aveva prodotto, facendone una creazione più interessante, meno scontata, magari anche più adatta a rispecchiare un’idea soggettiva di inverno.

Si è rivelato molto facile far inserire altre immagini nella poesia. Tutti hanno giudicato positivamente la cortesia e la disponibilità di ChatGPT, notando che normalmente alla terza o quarta richiesta di correzione un essere umano manifesta insofferenza, mentre la macchina non modifica mai il proprio atteggiamento ricettivo e il tono affabile.

Tutti però hanno notato che la guida umana per la realizzazione del prodotto esteticamente pregevole si rivela indispensabile e deve essere anche una guida esperta e sensibile, se si vogliono ottenere risultati di qualità.

In conclusione, ho aperto ChatGPT 4 e ho provato a fargli una richiesta di metodo: “Se io ti chiedessi di comporre una poesia sull’inverno, quale procedimento seguiresti?”

Per comporre una poesia sull’inverno, seguirei un processo creativo che include vari passaggi. Ecco come procederei:

  1. Raccolta di Idee e Ispirazione: Inizierei riflettendo sulle caratteristiche distintive dell’inverno: il freddo pungente, la neve che ricopre tutto di un manto candido, le giornate corte e le lunghe notti. Cercherei di evocare immagini, suoni, odori e sensazioni associate all’inverno, come il crepitio del fuoco in un camino, l’odore dell’aria fredda, o la sensazione di camminare sulla neve fresca.
  2. Tema e Messaggio: Deciderei il tema o il messaggio principale della poesia. L’inverno può essere simbolo di quiete e riflessione, di solitudine, di rigenerazione in attesa della primavera, o di gioia nelle festività invernali.
  3. Struttura e Stile: Sceglierei una struttura per la poesia, che potrebbe essere una forma classica come un sonetto o un haiku, o una forma libera più moderna. Inoltre, deciderei lo stile e il tono della poesia, che potrebbe variare da contemplativo e serio a giocoso e leggero.
  4. Creazione di Immagini Vivide: Utilizzerei metafore, similitudini e descrizioni sensoriali per creare immagini vivide che trasportino il lettore nell’atmosfera invernale. Ad esempio, potrei descrivere la neve come “un tappeto di diamanti scintillanti” o il silenzio invernale come “un soffice velo che avvolge il mondo”.
  5. Scrittura e Revisione: Scriverei la prima bozza, lasciando fluire le idee. Poi, rivedrei la poesia più volte, migliorando la scelta delle parole, la metrica, la rima (se presente), e assicurandomi che il flusso e il ritmo siano armoniosi.
  6. Riflessione Emotiva: Infine, mi assicurerei che la poesia trasmetta l’emozione o l’atmosfera che desidero evocare, che sia la quiete pacifica di una notte nevosa o l’allegria di un giorno di festa in inverno.

Questo processo è flessibile e può variare a seconda dell’ispirazione personale e dello stile del poeta. Se desideri, posso scrivere una poesia sull’inverno seguendo questi passaggi.

ChatGPT 4

Naturalmente non potevo astenermi dal chiedere di comporre la poesia esplicitando i passaggi.

Certamente! Scriviamo una poesia sull’inverno seguendo i passaggi descritti:

1. Raccolta di Idee e Ispirazione

  • Caratteristiche dell’Inverno: Silenzio dei paesaggi innevati, freddo pungente, alberi spogli, cieli grigi.
  • Sensazioni ed Emozioni: Sensazione di calore e accoglienza all’interno, contrasto con il freddo esterno, sensazione di pace e quiete.

2. Tema e Messaggio

  • Tema Scelto: La quiete e la pace dell’inverno, un momento per riflettere e raccogliersi in attesa della rinascita.

3. Struttura e Stile

  • Struttura: Quattro strofe di quattro versi ciascuna.
  • Stile e Tono: Descrittivo, contemplativo, con un tocco di malinconia.

4. Creazione di Immagini Vivide

  • Metafora per la neve: “un manto di candida quiete”.
  • Descrizione dei suoni: “il silenzio rotto solo dal crepitar del fuoco”.

5. Scrittura e Revisione

  • Bozza Iniziale: Nei campi dorme il gelo, sotto il cielo grigio e spento,
    un manto di candida quiete copre ogni sentiero.
    Tra gli alberi spogli, un respiro profondo e lento,
    il mondo in attesa, in un silenzioso inverno. Nel tepore della casa, davanti al fuoco acceso,
    rifletto sul tempo che lentamente scorre,
    ogni fiocco che cade, un pensiero nel cuore impresso,
    in questa stagione di pace, dove ogni cosa si placa e morre. Fuori il vento sussurra nelle notti più lunghe,
    storie di antichi inverni, di speranze e paure,
    nell’oscurità, luccicano stelle come punte di spillo,
    guide silenziose in questo freddo regno. Ma ogni fine è un inizio, nell’eterno ciclo della vita,
    sotto il peso del ghiaccio, il seme attende il suo momento.
    Nella quiete invernale, la natura lentamente medita,
    sull’avvento della primavera, un nuovo e vivido risveglio.

6. Riflessione Emotiva

  • La poesia trasmette un senso di pace e riflessione, sottolineando la bellezza silenziosa dell’inverno e la promessa di rinnovamento che esso porta.

Questo è il processo che ho seguito per scrivere la poesia sull’inverno. Ogni passaggio contribuisce a costruire l’immagine generale e l’atmosfera della poesia.

ChatGPT 4

Questa è ovviamente la prima risposta, ma direi che si presta:

  • a strutturare con un gruppo si studenti in brainstorming una serie di domande per correggere e migliorare
  • a far valutare agli studenti la risposta fornendo loro una griglia da seguire e richiedendo loro di giustificare la lor valutazione
  • a strutturare con gli studenti una serie di criteri di valutazione da dare in pasto a ChatGPT per giudicare la sua risposta

Dato che le prime due attività sono più tecniche da lezione in classe sulla poesia, mi soffermo sulla terza domanda. Ho provato a dare a ChatGPT questa consegna: “Esamina la tua bozza iniziale a valuta quanto rispecchia questi requisiti: 1) assenza di errori di ortografia, morfologia e sintassi 2) scelta di un lessico musicale 3) coerenza tra immagini di pace e ritmo lento del verso”. Lo so, devo aver giocato sporco e fatto domande troppo difficili, perché si è verificata un’autoassoluzione che neanche il più testone degli studenti… L’ho incastrato chiedendogli ragione di “morre”, ovviamente!

Al prossimo esperimento,

Federica

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esperimenti

E se facesse il mio lavoro meglio di me?

Cari lettori,

Di fronte a chi racconta meraviglie dell’intelligenza artificiale, chi di noi non lo ha pensato almeno una volta?

Nelle scorse settimane vi ho promesso di raccontarvi qualcuno dei miei esperimenti, ed ora è giunto il momento di mantenere la promessa. Con tanto di nuova categoria dedicata, dove potrete recuperare all’occorrenza tutti post di questo tipo, se vi piacciono.

Il primo spunto mi viene dal libro che sto leggendo (regalo di Natale di una cara amica): Il codice della creatività. Il mistero del pensiero umano al tempo dell’intelligenza artificiale di Marcus Du Sautoy (ISBN-13 ‏ : ‎ 978-8817142038).

Nelle primissime pagine si apre con questa citazione:

È meglio guardarsi dal coltivare delle idee esagerate riguardo alle potenzialità della macchina analitica. Quest’ultima non ha assolutamente nessuna pretesa di originare qualcosa: può fare soltanto ciò che noi gli ordiniamo di compiere.

Ada Lovelace

Il discorso continua con la riflessione, molto attuale, sulla difficoltà di confrontare intelligenza umana e non umana, considerata la difficoltà di definire l’intelligenza umana stessa. E proprio negli anni in cui man mano riusciamo ad acquisire nuove conoscenze sulla mente umana, l’idea di passare dalla programmazione per algoritmi a un tentativo che sia il computer stesso a tracciare dal basso un percorso rischia di generare in noi ulteriori incertezze.

Oggi il codice creato attraverso l’apprendimento delle macchine si sta muovendo in modi sorprendentemente ricchi di intuizione, riuscendo – per esempio – a identificare degli aspetti in precedenza nascosti nelle immagini mediche o investire con scaltrezza sul mercato azionario.

Marcus Du Sautoy

Nella parte dell’anno scolastico in cui si esce dal tunnel dell’immensa correzione di prove, prove di recupero e recuperi dei recuperi, esercizi di consolidamento e chi più ne ha più ne metta, il pensiero che possa esistere una macchina che svolge per noi il lavoro arduo di un confronto oggettivo, sulla base della rispondenza a criteri prefissati, tra elaborati di vari studenti…

Non posso che usare la figura retorica della reticenza per esprimere quel disorientamento, quel misto di speranza (di togliersi il peso di un lavoro onestamente noiosissimo) e di timore (di essere sostituibili in un lavoro di attribuzione di voti che spesso viene purtroppo identificato tout court come la nostra professione) che si è profilato nella parte di me che considero il “docente medio”.

Per fortuna, come sa chi mi conosce personalmente, quella parte di “docente medio” è proprio piccola e debolissima; quindi, ha avuto il sopravvento la curiosità.

Ecco in sintesi i passaggi dell’esperimento:

  • ho preso un set di lavori consegnati dai miei studenti in formato digitale, tutti di circa una cartella
  • ho copiato e dato in pasto a ChatGPT sia le consegne per l’esercizio, sia la griglia di valutazione e gli ho chiesto se poteva valutare degli elaborati di diversi studenti luce di quelle consegne e quelle griglie
  • ottenuta la cortese risposta di questo assistente virtuale (perché, a differenza degli esseri umani, va detto che queste intelligenze artificiali rispondono sempre con grande cortesia e disponibilità) gli ho offerto con un semplice copia e incolla un testo alla volta ottenendo delle risposte sicuramente interessanti, che ho spesso riutilizzato in parte per dare effettivamente il feedback ai miei studenti.

Cosa ha funzionato:

  • sicuramente ChatGPT è stato più tenace e affidabile di me nella lettura di testi ripetitivi e molto simili tra loro, restituendo in breve tempo valutazioni che non si distraevano dagli aspetti fondamentali. Io, al contrario, dopo il decimo testo dello stesso tipo tendo a distrarmi, a perdere di obiettività, a focalizzarmi su aspetti secondari che all’inizio non avevo previsto, a scoprire altre cose che andrebbero valorizzate nei testi. Insomma, confesso apertamente che in un pacco di testi difficilmente riesco a mantenere davvero costanti i parametri di valutazione. Questo anche escludendo gli altri tipici elementi confondenti e bias di valutazione a cui noi insegnanti siamo, volenti o nolenti, sottoposti.
  • la valutazione di ChatGPT, per quanto un po’ fredda, è sempre improntata ad una relazione costruttiva e incoraggiante e anche su questo noi insegnanti abbiamo qualcosa da imparare. La sua struttura è chiara, i punti di forza e di debolezza sono evidenziati in modo tale da offrire agli studenti la possibilità di autovalutarsi e migliorarsi.

Riporto a titolo di esempio la valutazione di un compito articolato in quattro domande sul contenuto di un sito web (in questo caso avevo fornito anche il contenuto del sito web e elaborato in più passaggi di discussione con il mio assistente virtuale un modello di risposte e di valutazione, domanda per domanda):

La risposta alla prima domanda mostra una buona comprensione dell’impatto dell’ICCS sulle statistiche dei crimini, menzionando la standardizzazione e il confronto dei dati. Tuttavia, non è del tutto chiaro se hai compreso la distinzione tra il periodo prima e dopo l’introduzione dell’ICCS, poiché non vengono forniti esempi specifici delle pratiche precedenti al 2015. La menzione di “consistent punishments” (punizioni consistenti) non è tecnicamente corretta, poiché l’ICCS riguarda la classificazione e la raccolta dei dati, non l’armonizzazione delle pene legali. La seconda e la terza risposta sono ben articolate. La quarta risposta si basa su presupposti e richiede una maggiore aderenza ai dati e alle informazioni fornite dall’UNODC. Avresti potuto esaminare altri possibili motivi per i tassi di criminalità, come la qualità dei dati e la denuncia dei crimini, anziché attribuirli solo all’efficacia delle misure di sicurezza.

ChatGPT 4.0

Per compiti abbastanza strutturati e in classi numerose, il vantaggio per l’insegnante è notevole: per me è stato anche molto utile il dialogo preliminare, che mi ha resa anche più attenta fin dal primo compito ad aspetti critici dei materiali che assegno ai ragazzi da esaminare o ai possibili fraintendimenti o a banalizzazioni che i ragazzi possono fare. Di solito sono aspetti di cui mi rendo conto, con stanchezza, alla fine. Anticiparli nell’analisi preliminare mi ha permesso di vederli con maggiore lucidità e obiettività e così di poterli affrontare meglio in classe.

Ho provato anche a usare questo lavoro preliminare per fornire le indicazioni prima dell’elaborazione del compito da parte dei ragazzi, ma ve lo racconterò un’altra volta.

Cosa non ha funzionato:

  • questa procedura semplice ha funzionato bene solo per compiti chiaramente strutturati su materiali ridotti. Quando ho assegnato pdf di più pagine o materiali diversificati non ho ottenuto un risultato soddisfacente, perché il mio assistente virtuale li selezionava un po’ a caso. La soluzione sicuramente c’è e la sto studiando, ma anche questo sarà oggetto di un post specifico.
  • ho scoperto che la correzione di un tipo di compito è meglio farla tutta lo stesso giorno, perché il mio assistente virtuale assomiglia a me in una cosa: distribuendo il lavoro in più giorni, rischia di valutare diversamente i lavori. Tutti i bravi insegnanti sanno di avere questo limite e infatti, quando suddividono in più giorni la correzione di prove, dedicano poi un pomeriggio a rivederle di nuovo per bilanciare eventuali effetti di distorsione legati al fatto che un giorno si può essere più o meno generosi, positivi, clementi rispetto a un altro. ChatGPT, per motivi che ignoro e di cui ho discusso ampiamente con mio marito, senza ancora comprenderli fino in fondo, da un giorno all’altro cambia l’impostazione della valutazione e può offrire responsi impostati diversamente. Magari non diversi nel peso e nella sostanza, ma sicuramente nell’impostazione formale; qualche volta, sorprendentemente, anche nell’attenzione ai criteri di valutazione concordati.

Volete provare anche voi? Seguite il mio esempio di attività semplice: non vi porterà via più di un fine settimana e sicuramente l’esperimento vi arricchirà. Fatemi sapere com’è andata, mi raccomando.

Intanto, buon lavoro di correzione e valutazione a tutti.

Federica

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idee

Interculture postdigitali

Cari lettori,

Su Academia.edu è stato pubblicato proprio in questi giorni un nuovo editoriale di Pier Cesare Rivoltella dal titolo “Quando nasce un nuovo campo di ricerca…”.

In questo breve saggio si parla di un nuovo campo di ricerca proposto da Pasta e Zoletto, quello delle Interculture postdigitali. 

Il rimando bibliografico è al volume Postdigital Intercultures. Interculture postdigitali (EAN 9788828406228) della rivista Scholé, numero 2 del 2023

Il riferimento di contenuto, invece, è a un ambito interdisciplinare che unisce riflessioni pedagogico-interculturali e mediaeducative. Le Interculture Postdigitali spingono ad ampliare la prospettiva di ricerca in ambito pedagogico, considerando l’interazione tra diversità nei contesti educativi e i cambiamenti nei media e linguaggi digitali. I vari contributi nel fascicolo presentano esempi di come questa integrazione può manifestarsi.

In effetti, le nuove frontiere del progresso tecnologico offrono, per chi voglia studiare e mettersi in gioco, meravigliose opportunità di inclusione, di personalizzazione, di arricchimento e potenziamento della capacità di literacy (non solo digital literacy,  ma tutte le varianti di alfabetizzazione e acquisizione di competenze a cui ormai si estende l’applicazione di questo termine).

Pensiamo a quanto l’integrazione dei media digitali nei contesti educativi offra opportunità uniche per rendere l’apprendimento più interattivo e coinvolgente, ma anche a quanto la tecnologia permetta fruizioni con ritmi diversi, individuali o collaborative a seconda delle necessità. Possiamo spingerci a considerare anche quanto la tecnologia faciliti il confronto tra linguaggi diversi, offrendo a chi coglie questa sfida delle risorse per analizzare criticamente che erano fino a un decennio fa inimmaginabili.

Di fronte a tanta ricchezza, sempre ben evidenziata negli studi accademici come quello sopra citato, mi prende sempre un briciolo di sconforto nel vedere che invece i mezzi di comunicazione di massa e spesso, ahimé, anche le programmazioni scolastiche, si concentrano solo sui cosiddetti “pericoli”. Sicuramente è vero che l’’integrazione dei media digitali pone anche sfide etiche e preoccupazioni per la sicurezza digitale. È fondamentale, senza dubbio, educare gli studenti all’uso responsabile dei media digitali e alla protezione della loro privacy online. Così come è sempre fondamentale nella scienza e nella tecnologia non perdere di vista l’etica che deve guidare ogni innovazione umana.

Ma là dove la ricerca pedagogica esiste, non si può trascurarla per fare una mera cronaca, talvolta anche troppo enfatizzata, dei casi problematici.

Dovremmo forse tutti quanti leggere un po’ più saggi pedagogici (di Rivoltella e di altri) e un po’ meno news.

Ecco un altro buon proposito da formulare per il 2024,

Federica

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cose belle idee

Una guida preziosa

Cari lettori,

oggi voglio segnalarvi una guida preziosissima, che mi è stata proposta dalla newsletter di Treccani – Edulia e potete scaricare anche voi qui:

https://corsi-scuola.edulia.it/wp-content/uploads/2023/12/Guida_IA_Scuola_Edulia_Treccani_Scuola.pdf?mc_cid=12335dbd70&mc_eid=b38209fe5c

Edulia Treccani scuola è un significativo progetto di formazione per docenti e studenti, in cui si fondono la tradizione culturale dell’Enciclopedia Treccani, e l’innovazione digitale. La guida “Usare l’Intelligenza Artificiale generativa a scuola” di Edulia Treccani Scuola offre diversi capitoli che possono essere particolarmente interessanti. Per me che insegno italiano e lingua e letteratura latina, sono sicuramente importanti:

  1. “GenAI: cos’è l’IA generativa” – Fornisce un’introduzione essenziale ai concetti di base dell’intelligenza artificiale generativa, utile per comprendere come sfruttarla in ambito educativo.
  2. “I Prompt” – Spiega come formulare richieste efficaci ai sistemi di IA, una competenza fondamentale per utilizzare questi strumenti in modo produttivo in classe.
  3. “Insegnare con l’IA – Italiano” – Anche se focalizzato sull’italiano, questo capitolo può offrire spunti utili per applicare l’IA all’insegnamento delle lingue classiche, come il latino, soprattutto in termini di analisi testuale e sviluppo di competenze linguistiche.

Questi capitoli possono fornire al docente di lingua e letteratura latina nuove prospettive e strumenti per integrare l’IA nella didattica, migliorando l’engagement degli studenti e arricchendo il processo di apprendimento.

Nel prossimo post, invece, vi racconterò come si può trasformare chatGPT in un validissimo assistente per la correzione dei compiti online.

Alla prossima!

Federica

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idee

Umiltà intellettuale

Cari lettori,

La mia giornata è iniziata con una piacevole scoperta: aprendo la posta elettronica, mi sono imbattuta nella newsletter di

Good Morning Italia

che oggi apriva con un tema che ha catturato la mia attenzione: l'”umiltà intellettuale”. Recentemente portata alla ribalta da Jeff Bezos, fondatore di Amazon, durante un podcast, l’umiltà intellettuale è stata definita da lui come la qualità più importante per il successo.

Ma non solo Bezos ne parla. L’umiltà intellettuale è un argomento chiave anche in psicologia, dove gli esperti stanno esplorando i suoi effetti positivi sulla società. Descritta come la capacità di riconoscere e accettare i limiti della propria conoscenza e dei pregiudizi, questa qualità può essere valutata attraverso due domande semplici ma profonde: “Pensi di avere sempre ragione?” e, se no, “In quali situazioni credi di sbagliare?”. Le risposte offrono un’indicazione preziosa sul grado di umiltà intellettuale di una persona.

Queste domande sono sicuramente utili in qualunque professione, ma rivestono un ruolo chiave nella relazione educativa.

Certo, l’umiltà può essere un’arma a doppio taglio e va padroneggiata a dovere, come ci ricorda Rita Minello nel suo contributo Incidenza delle virtù epistemiche e del carattere nell’educazione dei talenti, sulla Rivista internazionale di Scienze dell’educazione e della formazione, Anno XVI • Numero 2 • 2018.

Recentemente il

Journal of Research in Personality ,Volume 104, June 2023, 104373

ha segnalato un interessante studio condotto su due virtù caratteriali, l’umiltà intellettuale e la compassione, in un intervento online di tre mesi. Questa ricerca ha dimostrato che l’umiltà intellettuale può essere allenata e migliorata: un’osservazione stimolante che sottolinea come la motivazione possa influenzare positivamente i nostri tratti caratteriali, se si agisce nella direzione del cambiamento volitivo.

Questo tema riecheggia i classici buoni propositi di inizio anno, o, per gli studenti, di fine quadrimestre. Non trovate?

Mentre ciascuno di noi riflette sui cambiamenti necessari nella propria vita, vi auguro un felice 2024 e vi invito a restare sintonizzati per la prossima puntata del blog.

Cordiali saluti,

Federica